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Nel mondo dei giovani c’è un crescente disagio psicologico

L’epidemia da Covid-19 sembra per il momento non dar tregue all’Umbria, costringendo gli organi di governo a rivedere periodicamente le restrizioni per il suo contenimento; ma se i vari divieti e accorgimenti fanno rallentare e decrescere la curva del contagio, un’altra curva sembra invece crescere: quella dei disagi, non ultimi i psicoemotivi. Per gli esperti i giovani sono la fascia più interessata dai disordini di carattere psicologico, conseguenza del prolungato isolamento dovuto al permanere della didattica a distanza e all’impossibilità di partecipare ad attività extrascolastiche, come sta accadendo da mesi in regione. Di questo crescente disagio giovanile ne parliamo con il dottor Riccardo Angeletti , medico psicoterapeuta, esperto in trattamento delle patologie legate alle nuove dipendenze.

Uno degli effetti collaterali della pandemia e delle restrizioni legate ad essa è un crescente disagio di ordine psicologico nei più giovani: conferma? E quali sono i fattori scatenanti?

“Sì, confermo il dato: il disagio psicoemotivo è una delle conseguenze più dirette, e certamente in crescita, che i giovani stanno subendo nel contesto dell’emergenza sanitaria. La fascia scolare all’improvviso si è ritrovata senza la scuola in presenza e senza la possibilità di partecipare, sempre in presenza, ad altre attività, subendo un drastico cambiamento nella quotidianità che li ha costretti all’isolamento, seppur iperconnessi, e alla sedentarietà. Questi, dunque, i fattori scatenanti”.

Quali possono essere le manifestazioni concrete di questo malessere?

“Abbiamo giovani, purtroppo, sempre più con comportamenti simil depressivi, apatici, pigri, con disturbi del sonno ed alimentari, con deficit di attenzione ed anche con comportamenti lesivi”.

Inevitabilmente i giovani, come lei diceva, sono iperconnessi: quali conseguenze?

“La rete è indiscutibilmente una risorsa, anzi, nell’attuale situazione risulta essere una sorta di ‘ossigeno’ per le attività scolastiche e non solo, ma anche per la cura delle relazioni.

Ma dall’uso si passa talvolta all’abuso, e la sovraesposizione con il passare del tempo può ingenerare dipendenza: pensiamo ai fenomeni, per citarne due tra i tanti, come il vamping (rimanere svegli fino alle prime ore del mattino per navigare e chattare) o il gaming (dipendenza da videogame). La rete, inoltre, porta con sé altri rischi, anch’essi in aumento nell’attuale situazione, come il cyberbullismo, il grooming (l’adescamento subito dai minori), il sexting (invio di contenuti sessualmente espliciti) o la fruizione di contenuti pornografici”.

Considerando che ancora i giovani saranno costretti qui in Umbria a rimanere per la maggior parte del tempo in casa per la dad e per le varie restrizioni, quali suggerimenti può dare per contrastare il disagio di cui abbiamo parlato?

“I rimedi per poter ‘sopravvivere’ a questo clima, continuando chiaramente ad assumere tutti i comportamenti necessari per fare in modo che il contagio rallenti, sono l’esercizio fisico all’aria aperta, magari con il proprio nucleo familiare o individualmente; evitare, dunque, che ci si chiuda nella propria stanza per lungo tempo, riscoprendo il contatto con la natura attraverso le camminate o le uscite in bicicletta, anche con gli amici facendo attenzione alla distanza e utilizzando i dpi. Inoltre, questo tempo risulta favorevole per ricominciare a confrontarsi in famiglia, condividendo i pensieri e le sensazioni, maggior dialogo tra generazioni non guasta mai.

Dare, poi, sfogo alla propria creatività attraverso la pittura, la musica, il canto, ecc. Dedicarsi, nelle forme possibili, alle attività di volontariato per il sostegno ai più deboli come anziani e poveri. Inoltre, nelle famiglie di qualsiasi confessione religiosa, ci si può riaccostare alla preghiera che è di grande sostegno alla dimensione psico-fisica. Tutto ciò permette ai giovani anche di passare meno tempo nel web. Infine, per i pericoli legati alla rete certamente questo tempo è l’occasione per porre delle regole e dare dei suggerimenti affinché le giovani generazioni vengano educate ad un uso corretto e consapevole”.

Francesco Verzini

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